martedì 6 novembre 2018

INTERVISTA A "GLI ULTIMI" 21/07/12

Simo: Direttamente dalla periferia, direttamente dalla strada. Siamo qua con "Gli ultimi". Un nome che sembra rispecchiare l'essenza di quello che suonano. Parlateci di come nasce questo progetto ragazzi.
Bardo:  Il progetto nasce nell'estate 2008, quando ci ritrovavamo spesso e volentieri a bere dentro la stessa birreria.
Eravamo già amici o comunque vecchi conoscenti e ci accomunava da sempre l'amore per il punk, l'oi! e l'hc.
Maurizio cantava nei "Charlie", Pat e Palmiro dapprima nei "Divergenza" , poi con gli "Automatica aggregazione"suonava­no insieme da tempo, e il Berna prima con gli "Utopia Concreta" e poi coi "Desperate Living".
Ci ritrovammo a provare suonando qualche cover di gruppi come Clash, Klaxon, Stiff little fingers, che hanno ispirato profondamente la nostra musica, e da lì non ci siamo più fermati .


Simo: "Storie di un posto qualunque" Questo il titolo del vostro nuovo album. Di cosa parla e come nasce questo ultimo vostro lavoro?
Bardo: Il nuovo album è sostanzialmente un insieme di storie.
Ogni storia e quindi ogni canzone è legata all'altra da sentimenti comuni, dalla rabbia e la disillusione che accompagna la vita quotidiana della classe lavoratrice della vecchia e della nuova generazione, alla rabbia verso persone o luoghi che non hanno mai contraccambiato con un grazie i tuoi sforzi e i tuoi impegni mostratogli da sempre. Si parla di amicizia e d'amore con quella punta di nostalgia che da sempre ci accompagna. E' un disco "Invettiva-lamento" senza però , né assurdi proclami politici, né inutili pianti isterici.

Simo: Ascoltando il disco sento, in maniera decisa, il vostro attaccamento ai vecchi valori e l'attaccamento al posto in cui siete cresciuti.
Berna: Sia ascoltando il nostro ultimo disco che in quelli precedenti, è evidente che la nostra musica è specchio della realtà quotidiana che ci circonda, che ci ha formato e cresciuto, nel nostro caso la vita in provincia, lontani da certe dinamiche cittadine. Più che attaccamento ai vecchi valori, che onestamente non ho mai riconosciuto, parlerei di una formazione di base come naturale evoluzione di certe dinamiche di periferia, quindi vivendo in certi contesti un attaccamento viscerale al posto in cui si vive è naturale. Il luogo in cui si cresce ti forma, sia questo la città, il mare, la campagna e chi più ne ha più ne metta, noi non potevamo parlare di cose differenti dalla nostra quotidianità e, avendo un approccio con il punk ai limiti del realismo, il risultato è venuto da se.


Simo: Red rose, il singolo dell'album ha anche un video a supporto. Come è nata l'idea e cosa vuole trasmettere?
Pat: L'idea del testo e' nata dal parallelismo tra una rosa rossa ed un elemento anomalo come puo' essere un punk o un ragazzo "difficile" dalle nostre parti : una rosa nata dal cemento ,
che fiorisce anche se minacci di togliergli il sole (la galera) , che resiste se cerchi di estirparla,
e ti ferisce con le sue spine come atto estremo prima di morire.
Palmiro: Tutti noi pensiamo che la rete sia una grossa opportunità di sviluppo per il DIY che la scena punk/OI!/Hardcore fatica ancora a cogliere. Anche io amo il contatto diretto con le persone, i vinili, le fanzine che si portano ancora dietro il sudore di chi le ha stampate e il fatto che tutto questo per la nostra scena abbia ancora un valore è bellissimo. A tutto questo oggi possiamo affiancare il web. Un video del mio gruppo può essere visto da migliaia di persone, quello che scrivo sulla mia web-zine può essere letto da centinaia di persone al giorno, il mio disco può avere migliaia di scariche (per poi essere comprato da chi ha ancora un attitudine di supporto, al banchetto o al negozio di dischi). Il video quindi è un mezzo di autopromozione che oggi puoi fare con pochi soldi e una buona qualità…nulla di più nulla di meno. Qualcuno ne capisce il senso, altri preferiscono vederci implicazioni negative da rockstar da strapazzo che a noi non appartengono e non sono mai appartenute, ma sono la minoranza per fortuna…

Simo: Siete "dentro" la musica ormai da anni. Come è cambiata la scena indipendente italiana in questi anni?
Pat: Da una parte ho notato un migliorare della qualità dei supporti (cd , vinili) , una trasformazione
della creatività che si evolve pur rimanendo DIY... dall'altra un progressivo deterioramento dell'attitudine :
se il filtro di giudizio e' un social network chiunque puo' dare di se stesso l'immagine che vuole
Palmiro: Penso sia sbagliato parlare di scena indipendente in generale. Ogni scena ha le sue dinamiche e peculiarità (che talvolta poi si incrociano). Se parliamo di punk quello che ci salva è la nostra attitudine al "fattelo da solo", i gruppi si autoproducono, chiunque può organizzare un concerto, o mettere su un etichetta indipendente. Di contro quello che vedo rispetto a qualche anno fa è molta approssimazione….per­ esempio ci sono etichette che si definiscono tali solo per aver sborsato 50 euro in una produzione. Prima chi aveva un etichetta rischiava, metteva cuore e anima in un progetto, sborsando soldi, sbattendosi per la distribuzione e i concerti….ora ti senti su facebook, ti scambi i soldi e il logo e poi finisce là. Questa è l'altra faccia del discorso che ti facevo prima riguardo al web….che ha creato anche delle dinamiche che alla lunga affossano la scena, spersonalizzandola. Bisogna saper bilanciare…tutto qui.

Simo: Progetti per il futuro?
Bardo: Per il futuro vorremmo continuare a suonare e a divertirci insieme come abbiamo fatto fino ad ora. Organizzeremo qualche tour, scriveremo e registremo nuovi pezzi fino a quando non saremo vecchi e arrivati a quel punto...continuare.

Simo: Per chi volesse venirvi a vedere dal vivo, dove possiamo trovare "Gli Ultimi"? Per chi volesse il vostro album invece?
Gli Ultimi: Abbiamo fatto un lungo periodo ininterrotto di serate dal 21 aprile , adesso chiudiamo quelle confermate
il 16 giugno a S. Giacomo (cb) il 17 al Macchia Rossa di roma in acustico . suoneremo il 6 e 7 luglio per due cause importanti come la ricostruzione del Vorto Circuito di Roma e il benefit a Torre Maura Occupata , il 4 agosto saremo ad un rock festival a Bracciano (RM) e poi ci fermiamo per cause maggiori dal 20 luglio
fino a data da destinarsi .
il disco e' sempre disponibile in vinile tramite Hellnation Recordstore , via Nomentana 113 Roma (facebook/­Hellnation)
il cd scrivendo direttamente a noi ,o dai produttori Laida Provincia , Marchiato a fuoco (Lodi) , Kattive maniere (Cagliari)
Oi! Shop (germania) , Rumagna Sgroza (Ravenna) , Tuscia Klan (Viterbo) e in parecchi negozi e distribuzioni italiane ed europee.
potete scrivere direttamente a noi su Facebook/­Laidaprovincia o su xdivergenzax@yahoo.i­t

Simo: Come nasce una vostra canzone ragazzi?
Pat: Di solito mi viene un bel giro di chitarra acustica a cui si abbina un bel giro di voce : da questo punto in poi penso solo al testo , cerco di calarmi nel sentimento che voglio tirare fuori , alle volte funziona anche troppo... quando ci riesco scrivo testo e musica di pari passo fino alla fine , porto un paio di strofe e un Ritornello e li arrangiamo in sala prove , spesso sconvolgendo tutto .
Palmiro: Di base io o Pat portiamo un pezzo chitarra e voce in sala, che poi arrangiamo, oppure Maurizio porta un testo che uno di noi due mette in musica.
Io personalmente parto spesso da un'idea, un mood che ho in testa, un'urgenza che sento il bisogno di affrontare. Per dirti, ho scritto "Eroe" dopo aver visto un telegiornale dare un trafiletto da un minuto scarso a fine serata sulle morti bianche. Era il periodo in cui si dava grande risalto alle missioni militari italiane all'estero e alle morti che ne sono scaturite e per una sorta di par condicio perversa hanno "dovuto" dare un pò di spazio anche ai poveri operai morti sul lavoro. Scriverci un pezzo era un modo, nel mio piccolo, per dire la mia su questa situazione.

Simo: L'Album in assoluto che ha cambiato la vostra vita?
Pat: Per la mia vita : Ramones-Ramones . il mio modo di scrivere e ascoltare : The Clash : London Calling
e non e' detto che siano i miei dischi preferiti , hanno creato l'impatto iniziale.
Palmiro: Oddio"domandone"se parliamo di scoprire la musica "alternativa" sicuramente "Battle of Los Angeles" dei Rage Against the Machine e "Siamese Dream" degli Smashing Pumpkins….più avanti ho scoperto il punk con "And out come te Wolves" dei Rancid e "Punk in Drublic" dei Nofx
Bardo: Il disco vero e proprio che ha cambiato la mia vita forse non esiste. Diciamo che il disco omonimo dei Clash e "Rocket to Russia" dei Ramones mi hanno aperto le porte dell' universo Punk, e dischi come "Avanzo de cantiere" della Banda Bassotti mi ha indirizzato politicamente, mentre "Non al denaro né all'amore né al cielo" e "Volume 3" di De André mi hanno fatto capire la grandezza della poesia e della musica.
Berna: Ce ne sarebbero tanti da riempire pagine e pagine, se proprio dovessi sceglierne uno che ha cambiato la mia vita, uno che dopo averlo ascoltato la prima volta mi ha lasciato forlgorato posso dire solo So Long and Tanks For All The Shoes dei NOFX. Io e il punk ancora non andavamo d’accordo all’epoca, ma dopo questo disco ho cercato di recuperare quante più informazioni sia su i NOFX sia su ogni gruppo al mondo facesse qualcosa di simile, e non era facile, internet e soprattutto la banda larga erano un miraggio. Volevo semplicemente ascoltare tutto. Poi ci sarebbe il disco che ti ha formato nel suonare, quello che prendi come esempio di lavoro perfetto, quello della consapevolezza del punk come stile di vita.. non si finirebbe mai

Simo: Cosa ne pensate di ALL YOU NEED IS PUNK?
Berna: Se devo essere sincero, conoscevo ALL YOU NEED IS PUNK soltanto di nome e non mi ci ero mai addentrato più di tanto, ora vedendo tutte le pagine, le recensioni, ho notato con piacere che si da visibilità veramente a molti gruppi e questo non può che essere una cosa positiva. Siti ed iniziative del genere dovrebbero moltiplicarsi a vista d’occhio, c’è un gran lavoro dietro e tanta passione, quindi meglio di così..
Palmiro: Gli auguro di crescere sempre di più e di diventare un riferimento per la scena!
Bardo: Penso che sia interessante e originale, e so che un progetto del genere richiede impegno e costanza, quindi nell'augurarvi di continuare su questa vi ringrazio per averci intervistato. Un abbraccio a tutti voi.

Simo: Ragazzi, grazie per la disponibilità, io vi faccio i complimenti e vi saluto da parte di tutto lo staff. A voi la parola!
Gli Ultimi: Grazie a te Simone dello spazio che ci hai dedicato, grazie a tutto ALL YOU NEED IS PUNK e a tutti quelli che sono arrivati alla fine di questa intervista, quelli che verranno ai nostri concerti che compreranno il disco e che lo scaricheranno...daje­ compa'

-Simo-



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