Matt: Da dove deriva il nome LUMINAL?
Alessandra : Il nome Luminal viene da una clinica psichiatrica dove per un anno
è stata mia madre. Da dentro quell'ospedale, dalla sala ricreativa,
dove i pazzi si siedono il pomeriggio sul divano per riposare, per non
pensare a quanto pesa il mondo lì fuori.
Io portavo la chitarra e stavo lì ad aspettare che mia madre uscisse dalla stanza, quasi non mi riconosceva. Uno di quei pomeriggi ho parlato con un uomo che mi ha svelato il segreto della vita. E ha fatto impazzire anche me.
Io portavo la chitarra e stavo lì ad aspettare che mia madre uscisse dalla stanza, quasi non mi riconosceva. Uno di quei pomeriggi ho parlato con un uomo che mi ha svelato il segreto della vita. E ha fatto impazzire anche me.
Matt: L'idea di questo gruppo da cosa è nata?
Alessandra : Credo che la risposta più esatta sia dalla forza del feedback di
una chitarra davanti all'ampli. E' l'unica cosa che fa più casino dei
pensieri che ho nella testa.
Matt: La composizione delle vostre canzoni come avviene? Sia musicalmente che a livello di testi.
Alessandra : I brani nascono a casa, chitarra acustica e voce, nel mio caso (Carlo) le musiche vengono di getto mentre i testi un po' dopo e con calma, mentre per Alessandra spesso è il contrario. Poi andiamo in sala e destrutturiamo/ricostruiamo tutto. E' un lavoro di solito piuttosto lungo.
Matt: Definite il vostro genere
Alessandra : Rock in perenne trasformazione. Chi ci segue da un po' sa che
ognuno dei nostri pezzi, per cause di forza maggiore o per scelte
artistiche ha vissuto tre, quattro o più arrangiamenti diversi. Non
possiamo dire che la cosa ci dispiaccia.
Matt: E' possibile riuscire a vivere di musica nell'attuale panorama italiano?
Alessandra : La risposta breve sarebbe: "Sì." Però in pratica è un falso problema: se suoni con l'intenzione di vivere di musica in Italia sei completamente pazzo e destinato a schiantarti in maniera anche abbastanza dolorosa. Questo non vuol dire che sia impossibile, ma che innanzitutto devi avere qualcosa da dire, questo qualcosa deve interessare alle persone che ti stanno intorno, e anche così devi farti una gavetta talmente infernale che se non è la cosa più importante della tua vita non duri più di un disco. E se lo fai solo per guadagnare, soldi o altro, non hai nessuna speranza, ed è giusto che sia così.
Matt: Come va' la vostra attività live?, avete difficoltà a esibirvi?
Alessandra : I live sono la nostra dimensione naturale, sono quello che ci piace di più e probabilmente quello che ci riesce meglio. Non abbiamo particolari problemi a suonare, anche grazie al fatto che gestiamo tutto noi, il booking è un lavoro piuttosto noioso ma che se fatto nel modo giusto da i suoi frutti.
Matt: Come giudicate "io non credo" il vostro ultimo lavoro? Siete soddisfatti di come è stato accolto dal vostro pubblico?
Alessandra : "IO NON CREDO" è un disco che abbiamo registrato con la formazione precedente a questa, e forse con un metodo di lavoro che adesso non ci rispecchia più, ciò non di meno è un "figlio" nostro e ne siamo assolutamente fieri. Non è tanto come viene accolto dal nostro pubblico ma come viene accolto da noi, anche perché finché non vendi centinaia di migliaia di copie non si può parlare di pubblico, ma al massimo di "scena", nicchia, quello che è. E da quel punto di vista direi che è stato accolto bene, webzine, riviste, i nostri vecchi fan e i nuovi, hanno reagito tutti nella maniera giusta.
Matt: Parlateci del progetto "HEROES" di cui fate parte
Alessandra : L'idea di Heroes è stata di Carlo. Eravamo stanchi di sentire tutti i musicisti romani che si lamentavano di qualcosa senza sapere bene cosa, che chiedevano qualcosa in cambio senza dare nulla. E dall'altra parte siamo stanchi di vedere il mondo del rock indipendente che si comporta con le logiche del mainstream senza averne gli stessi mezzi. Ecco da cosa nasce Heroes. Dalla voglia di creare un nuovo modo di pensare la musica.
Matt: Parlateci del vostro rapporto con i fan ai concerti e su internet
Alessandra : Non siamo esattamente estroversi o socievoli, ma abbiamo trovato molte persone suonando con cui adesso c'è un rapporto di amicizia e stima reciproca. Poi quello che succede su internet, con il falso interesse e le interazioni opportunistiche, da band a "fan" e viceversa non ci riguardano molto e le troviamo abbastanza orrende. Questo per dire che internet è solo un mezzo, e la tendenza che si ha ad abbattere i passaggi comunicativi della vita reale per fingere di "essere tutti amici" è una pratica disgustosa.
Matt: C'è qualche band che vi sentite di consigliare ai lettori di questa intervista? Solitamente cosa ascoltate al di fuori della band?
Alessandra : Una quantità spaventosa di musica. Straniera ed Italiana. Consigliamo tra le cose nuove che stiamo ascoltando: Le Naphta narcisse, gli Spiral69 e gli Operaja criminale e i Betty Poison tra i gruppi romani.. seguiamo sempre Bologna Violenta, sta per uscire il suo disco nuovo, e ci è piaciuto moltissimo il disco solista di Alessandro Fiori, "Attento a me stesso".
Matt: Bene, abbiamo concluso. Grazie per aver partecipato a questa intervista per All you need is punk, chiudete come meglio volete questa intervista.
Alessandra : La realtà è uno stato mentale. Divertitevi.
Matt: E' possibile riuscire a vivere di musica nell'attuale panorama italiano?
Alessandra : La risposta breve sarebbe: "Sì." Però in pratica è un falso problema: se suoni con l'intenzione di vivere di musica in Italia sei completamente pazzo e destinato a schiantarti in maniera anche abbastanza dolorosa. Questo non vuol dire che sia impossibile, ma che innanzitutto devi avere qualcosa da dire, questo qualcosa deve interessare alle persone che ti stanno intorno, e anche così devi farti una gavetta talmente infernale che se non è la cosa più importante della tua vita non duri più di un disco. E se lo fai solo per guadagnare, soldi o altro, non hai nessuna speranza, ed è giusto che sia così.
Matt: Come va' la vostra attività live?, avete difficoltà a esibirvi?
Alessandra : I live sono la nostra dimensione naturale, sono quello che ci piace di più e probabilmente quello che ci riesce meglio. Non abbiamo particolari problemi a suonare, anche grazie al fatto che gestiamo tutto noi, il booking è un lavoro piuttosto noioso ma che se fatto nel modo giusto da i suoi frutti.
Matt: Come giudicate "io non credo" il vostro ultimo lavoro? Siete soddisfatti di come è stato accolto dal vostro pubblico?
Alessandra : "IO NON CREDO" è un disco che abbiamo registrato con la formazione precedente a questa, e forse con un metodo di lavoro che adesso non ci rispecchia più, ciò non di meno è un "figlio" nostro e ne siamo assolutamente fieri. Non è tanto come viene accolto dal nostro pubblico ma come viene accolto da noi, anche perché finché non vendi centinaia di migliaia di copie non si può parlare di pubblico, ma al massimo di "scena", nicchia, quello che è. E da quel punto di vista direi che è stato accolto bene, webzine, riviste, i nostri vecchi fan e i nuovi, hanno reagito tutti nella maniera giusta.
Matt: Parlateci del progetto "HEROES" di cui fate parte
Alessandra : L'idea di Heroes è stata di Carlo. Eravamo stanchi di sentire tutti i musicisti romani che si lamentavano di qualcosa senza sapere bene cosa, che chiedevano qualcosa in cambio senza dare nulla. E dall'altra parte siamo stanchi di vedere il mondo del rock indipendente che si comporta con le logiche del mainstream senza averne gli stessi mezzi. Ecco da cosa nasce Heroes. Dalla voglia di creare un nuovo modo di pensare la musica.
Matt: Parlateci del vostro rapporto con i fan ai concerti e su internet
Alessandra : Non siamo esattamente estroversi o socievoli, ma abbiamo trovato molte persone suonando con cui adesso c'è un rapporto di amicizia e stima reciproca. Poi quello che succede su internet, con il falso interesse e le interazioni opportunistiche, da band a "fan" e viceversa non ci riguardano molto e le troviamo abbastanza orrende. Questo per dire che internet è solo un mezzo, e la tendenza che si ha ad abbattere i passaggi comunicativi della vita reale per fingere di "essere tutti amici" è una pratica disgustosa.
Matt: C'è qualche band che vi sentite di consigliare ai lettori di questa intervista? Solitamente cosa ascoltate al di fuori della band?
Alessandra : Una quantità spaventosa di musica. Straniera ed Italiana. Consigliamo tra le cose nuove che stiamo ascoltando: Le Naphta narcisse, gli Spiral69 e gli Operaja criminale e i Betty Poison tra i gruppi romani.. seguiamo sempre Bologna Violenta, sta per uscire il suo disco nuovo, e ci è piaciuto moltissimo il disco solista di Alessandro Fiori, "Attento a me stesso".
Matt: Bene, abbiamo concluso. Grazie per aver partecipato a questa intervista per All you need is punk, chiudete come meglio volete questa intervista.
Alessandra : La realtà è uno stato mentale. Divertitevi.
Facebook: http://www.facebook.com/weareluminal
I Luminal sono: Alessandra Perna,Carlo Martinelli,Alessandro Commisso.
-Matteo Nocivo-
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